Calano i lavoratori modenesi (42.646, 63,7% del totale) e quelli provenienti dall’Italia meridionale (8.566, 13%), crescono vertiginosamente gli stranieri: nei primi nove mesi dell’anno ne sono stati assunti oltre 11.000 (16,5 % del totale degli avviati).

Aumentano le assunzioni a tempo determinato, che solo nel 10% dei casi si trasformano in contratti a tempi indeterminato. Diminuiscono avviamenti e cessazioni, ma il saldo positivo è il migliore degli ultimi sette anni. E’ questa la fotografia del mercato modenese del lavoro scattata dalla Cisl in base ai dati del terzo trimestre 2002 forniti dai centri perf l’impiego della Provincia. Nei primi nove mesi di quest’anno gli avviamenti al lavoro sono stati 66.731 (-7,4%), le cessazioni sono state 49.028, il dato più basso dal 1998 ad oggi. Il saldo positivo di 17.703 unità risulta infatti il migliore degli ultimi sette anni. Il settore che presenta il saldo più alto è il terziario, seguito da agricoltura, industria e pubblica amministrazione. Per Maurizio Brighenti, della segreteria provinciale della Cisl di Modena, le cifre rilevano più un rallentamento dell’ecnomia che una vera e propria crisi. Nei primi nove mesi dell’anno i contratti a tempo determinato sono stati 38.806, pari al 58% del totale.
Diminuiscono ancora le assunzioni a tempo indeterminato sotto il 30%); in calo anche i contratti di formazione lavoro che rappresentano il 3% del totale (il dato più basso dal 98 ad oggi) mentre aumenta leggermente il part-time.