Rifornimenti a rischio per tutti coloro che si metteranno in viaggio dopodomani: dalle 6 del mattino alla stessa ora del giorno successivo sciopereranno infatti i distributori autostradali e quelli ubicati lungo i principali nodi di collegamento (compreso quindi il Gra a Roma e la tangenziale di Milano).


Uno stop, proclamato da Fegica Cisl e Anisa Confcommercio, due delle tre organizzazioni di categoria, per protestare contro l’atteggiamento di Autostrade spa che nei rinnovi delle
concessioni -è tato spiegato oggi nel corso di una conferenza stampa dai gestori – stanno ponendo le basi per ”estromettere la categoria, violando le principali norme sul settore”. Una situazione che, tra le altre cose, rischia di comportare un
aumento del prezzo dei carburanti in utostrada, ”fino a 80-100 ‘vecchie’ lire in più al litro”.’Autostrade – hanno spiegato Roberto Di Vincenzo della Fegica e Luca Squeri dell’Anisa – sta proponendo, nei bandi di rinnovo delle concessioni, convenzioni che superano il vecchio sistema delle royalties pro-litro (un sistema che prevede cioè
un corrispettivo per ogni litro venduto) a favore di un nuovo meccanismo che tra una quota fissa, una variabile, un una tantum ed un contributo annuale, comporta un aggravio che può arrivare a 100 lire al litro in più. Un aggravio che, alla fine, non
tarderebbe a ripercuotersi sui costi finali pagati dagli automobilisti”, hanno spiegato i rappresentanti dei benzinai. ”Le convenzioni che Autostrade sta proponendo nei bandi in scadenza – hanno proseguito i gestori – piegano le concessioni
ad un progetto industriale di un privato, violando la natura stessa dello strumento che invece dovrebbe garantire un pubblico servizio”. Nei bandi finora presentati, inoltre, sono ”stati violati tutti gli accordi finora raggiunti con le compagnie petrolifere ed il Ministero delle Attività Produttive”. I benzinai, che oltre allo stop del 14 novembre, hanno già
proclamato altre due giornate (per un totale di 48 ore di astensione dal lavoro) per il 27 ed il 28 novembre prossimo chiedono quindi un incontro con il Governo e annunciano, nel caso la vertenza non trovasse soluzioni ”ragionevoli”, un possibile inasprimento dell’agitazione. Fino a ipotizzare uno
sciopero di tutte le ‘pompe’, anche quelle ubicate cioè sulla normale rete viaria. ”Non è certo da escludere – ha spiegato Di Vincenzo – anche perchè quello che succede in autostrada, solitamente, è la vetrina di quello che può seguire per gli altri impianti sulla rete stradale. E, in questa direzione la preoccupazione della categoria è massima”.