Un incidente probatorio e un’ulteriore perizia sul Dna rilevato dagli esperti del Ris di Parma, attraverso tracce di sudore e saliva, sul nastro adesivo utilizzato per chiudere il sacchetto di plastica con il quale e’ stato soffocato Matteo Nadalini, 14 anni, ucciso la sera del 12 settembre dello scorso anno nella casa di Limidi di Soliera (Modena) dove viveva con i genitori.

E’ quanto ha chiesto l’avv.Verena Corradini, difensore della madre del ragazzino, Paola Mantovani, accusata dell’ omicidio del figlio.
La richiesta ufficiale, che potrebbe far slittare l’ udienza preliminare, e’ stata presentata oggi al giudice del Tribunale di Modena Francesco Maria Meriggi, che dovra’ pronunciarsi in merito all’ integrazione delle indagini. La difesa di Paola Mantovani, che dallo scorso aprile e’ tornata in liberta’ e vive nella villetta di Limidi di Soliera insieme al marito, contesta la metodologia con la quale sono stati condotti i rilievi da parte del Ris di Parma e i risultati cui quegli elementi hanno portato.
La madre del piccolo Matteo ha sempre dichiarato la propria innocenza attribuendo l’ omicidio del figlio ad un gruppo di albanesi che, quella sera, sarebbe entrato in casa a scopo di rapina.