Le opere venivano saccheggiate nelle chiese di Pordenone, Modena, Benevento, Avellino, Frosinone, del Casertano e di tutta la Campania. Successivamente venivano trasferite a Montpellier, in Francia, dove erano affidate alle case d’asta e quindi rivendute ad acquirenti italiani.

Fra gli oggetti piu’ preziosi messi in vendita, come ha spiegato Angela Schiattarella della soprintendenza ai beni culturali di Napoli, c’erano quattro angeli capialtare in marmo, del valore di 4-500.000 euro, che erano stati utilizzati per arredare il bagno di una villa, ma anche un prezioso paliotto in marmo policromo con una croce centrale e motivi floreali, del peso di oltre 8 quintali, sottratto alla chiesa della SS.
Trinita’ di Vitulano, in provincia di Benevento e diventato, nella sua versione profana, il piano d’appoggio per un tavolo.
In alcuni casi i ladri hanno dovuto frantumare gli oggetti per portarli via: e’ il caso di un paliotto in scagliola policroma – materiale fragilissimo e molto friabile – risalente alla fine del ‘600 e rubato nella chiesa del cimitero di Fossoli di Carpi (Modena), rimesso in sesto ma molto danneggiato.