Cercava un posto come interprete ma è stata perseguitata da centinaia e centinaia di telefonate che la volevano come ‘ragazza squillo’.

Per errore la sua inserzione è finita tra gli annunci personali anziché tra quelli di lavoro, con tanto di due numeri di cellulare e pure il telefono di casa.
Sono così cominciati giorni e notti d’inferno per una 26enne modenese, neolaureata in lingue, che si offriva come traduttrice di bella presenza e con esperienza nel proprio campo. Esasperata dalle chiamate a luci rosse la giovane è stata costretta a ricorrere alla magistratura perché ponga fine a questo stillicidio che l’ha portata sull’orlo dell’esaurimento. Un esposto in procura ha fatto aprire un’inchiesta con ipotesi di reato di molestie, anche se per ora il fascicolo è intestato contro ‘ignoti’.