L’Adiconsum propone al governo l’apertura di un tavolo in cui discutere gli aumenti delle
tariffe per congelarli almeno per qualche mese e provvedimenti per ostacolare l’ulteriore sviluppo dell’inflazione.


Secondo l’Istat – afferma il segretario dell’Adiconsum, Paolo Landi – l’aumento dei prezzi incide per la gran parte delle famiglie per un euro al giorno coprendo in pratica i rincari intervenuti per la tazzina di caffe’ e il cornetto, l’acqua
minerale e il pane. In altri termini – aggiunge Landi – ”applicando il dato Istat del 2,3% su tre livelli di reddito tipo della famiglia italiana (12.000; 16.000; 25.000 euro) si avrebbe come risultato una maggiore spesa per i rincari rispettivamente di 240, 368 e 575 euro su base annua”. Ma –
avverte il segretario dell’Adiconsum – si tratta ”di un dato che ognuno di noi puo’ verificare assolutamente non veritiero e che in media significa per le famiglie una cifra almeno tre
volte superiore”. ”Se consideriamo – conclude Landi – che le retribuzioni o le pensioni hanno recuperato circa un 2,7%, mentre l’aumento dei
prezzi che Adiconsum stima in aumenti dal 5 al 10%, significa che gran parte delle famiglie in mancanza di provvedimenti avranno una perdita reale del potere di acquisto che si tradurrà inevitabilmente in minor consumi e minor sviluppo”.