Posti di lavoro in calo e penalizzazione in particolare per le donne. Anche se Sassuolo si continuano a registrare meno persone in cerca di occupazione rispetto alla media provinciale, il saldo fra avviamenti all’impiego e cessazioni nel 2001 è negativo, per la prima volta da anni.

In un anno, secondo i dati dei centri per l’impiego, si sono persi oltre duecento posti. Le categorie penalizzate sono le solite, con una citazione particolare per quella femminile.

«Le donne – osserva la ricerca sulla situazione economica della zona da cui sono tratti i dati – costituiscono un bacino di competenze a cui attingere nei momenti di forte domanda di lavoro, al contrario nei momenti di contrazione sono la prima componente ad essere ridotta».

Le liste del collocamento evidenziano anche una particolarità sassolese, l’aumento di lavoratori in cerca di occupazione in età appena superiore a trent’anni. L’età ideale per le imprese della zona sembra essere quella fra i 25 e 30 anni, sotto e sopra questa fascia sono più consistenti i numeri di chi cerca lavoro.

Tornando alla condizione femminile, l’industria è il settore più maschilista: assorbe il 70 per cento dei nuovi lavoratori e per il 62 per cento affida i posti a maschi. Stessa tendenza per le cessazioni dei rapposti di lavoro: le donne lasciate a casa sono in numero superiore ai colleghi uomini.

Il saldo negativo fra avviamenti e cessazioni al lavoro fra l’altro è tutto determinato dalle fluttuazioni del settore industriale: le attività del terziario hanno incrementato gli occupati nel 2001 di oltre 500 unità. La gente che cerca lavoro a Sassuolo è nella maggioranza dei casi, già stata occupata, solo il 22 per cento sono in cerca di primo impiego, una percentuale più bassa rispetto alla media provinciale.

Infine, come in molte altre zone ad alta densità imprenditoriale, negli ultimi anni sta aumentando il ricorso al lavoro interinale, che riguarda soprattutto maschi, giovani, con livello di istruzione non elevato.