Un’importante base operativa e di smistamento delle baby-prostitute e’ stata individuata nel Triveneto – nell’entroterra tra Padova e Venezia – dove si segnala il piu’ alto numero di minori coinvolte nel traffico illegale, circa il 20%, rispetto ad una media del 5% delle altre citta’ italiane. Mentre il turn over piu’ alto si registra tra Modena e Rimini, dove arrivano ogni mese circa 83 nuove piccole schiave del sesso.


In Italia, prosegue ancora il rapporto, nel 2001, su 5.577 ex prostitute straniere che hanno chiesto permessi di soggiorno per motivi sociali, sono state 250 le minorenni, riuscite a sfuggire agli aguzzini, a beneficiare dei programmi di protezione previsti dall’art. 18 della legge 40 del ’98 in materia di immigrazione.

Ogni anno arrivano in Italia centinaia di nuove baby-prostitute. Sono sfruttate all’interno del territorio con immensi profitti per i loro protettori, e poi una volta svezzate e rese docili vengono trasportate nelle capitali europee con passaporti falsi. La mafia, in particolare quella albanese, ha sviluppato un incredibile e oliato ingranaggio di distribuzione delle minorenni.
Oggi e’ diventato quasi impossibile valutare la portata di questo fenomeno e contrastarlo efficacemente, perche’ le bambine sono costrette a prostituirsi all’interno di appartamenti, club privati e alberghi, non piu’ per le strade. Per ragioni di mercato, e per limitare i rischi di individuazione da parte delle forze dell’ordine, interi gruppi di minorenni si spostano continuamente per l’Italia ogni due o tre settimane.