Sequestravano in Italia prostitute dell’ Est europeo per farle lavorare sul marciapiede risparmiando le spese del trasporto dai paesi d’ origine. A gestire il ‘giro’ di sfruttamento, fatto di rapimenti, sevizie e
anche episodi di violenza sessuale, era una banda di otto giovanissimi albanesi, fra i 19 e i 26 anni, sette dei quali sono stati arrestati dalla polizia mentre uno è ancora ricercato.


L’ indagine, condotta dalla squadra mobile di Bologna con i colleghi del commissariato Bolognina-Pontevecchio e della questura di Modena, è nata dalla denuncia di due rumene che si sono presentate alla polizia venerdì scorso. Una ha raccontato di essere riuscita a sfuggire ai suoi sequestratori, durante lo spostamento dall’ appartamento di Modena dove era tenuta
segregata a Milano, dopo avere subito anche una violenza sessuale; la seconda era invece la sorella di un’ altra prostituta, ‘rapita’ da un finto cliente una decina di giorni prima mentre si prostituiva in viale Cavina, a Bologna. Successivi accertamenti hanno permesso agli investigatori di individuare l’ abitazione di Modena, dove è stata liberata la
giovane rumena tenuta sotto sequestro, anche lei vittima di un tentativo di stupro. Nella casa sono stati bloccati i sette albanesi, uno dei quali, ventunenne, era già ricercato dopo essere evaso il 21 novembre scorso dal carcere minorile del
Pratello, a Bologna, dove stava scontando una condanna con fine pena nel 2006. Per tutti le accuse sono di sequestro di persona finalizzato
allo sfruttamento della prostituzione. L’ unico componente della banda ancora ricercato è l’ albanese accusato della violenza alla prima ragazza.