Cresce al Nord la voglia del posto
fisso, soprattutto in un ente pubblico. Lo rivela un’ indagine
che Confindustria ha commissionato all’ Ispo, presentata a
Bologna all’ 8/a giornata nazionale di ”Orientagiovani”,
organizzata dall’ associazione degli imprenditori.


L’ indagine, impostata su un campione di oltre 4.600 giovani
rappresentativi della popolazione italiana dai 14 anni in su –
ha spiegato Renato Mannheimer, presidente dell’ Ispo – ha messo
in luce che al Nord la percentuale di coloro che puntano ad un
posto fisso in un ente pubblico e’ passata, rispetto al 2000,
dal 10,7 al 16,8.
Al Sud la stessa percentuale, che era gia’ alta nell’
indagine 2000, e’ passata dal 17,4 al 19,3.
Per Guido Barilla, delegato di Confindustria per le attivita’
di formazione, che ha introdotto i lavori del convegno a cui
partecipano anche il ministro per l’ istruzione Letizia Moratti
e il presidente di Confindustria Antonio D’ Amato, ”e’ colpa
anche della scuola e specialmente della nostra cultura europea
che sta continuando ad invecchiare”.
”I giovani – ha osservato ancora Barilla – dovrebbero
aprirsi, essere molto piu’ attenti all’ evoluzione delle cose,
lasciare le famiglie prima. In sostanza aprirsi al mondo del
lavoro – ha aggiunto – con un’ attitudine meno conservatrice di
quella che hanno dimostrato fino ad oggi”.
L’ indagine ha messo in luce anche
che cresce la differenza tra Nord e Sud dal punto di vista dell’
indice di flessibilita’ elaborato sulla disponibilita’ a
muoversi per motivi di lavoro e sul criterio dell’ adattabilita’
contrattuale. Questo indice, calcolato per l’ indagine 2000,
mostrava una differenza di 11 punti percentuali (52 al Sud, 41
al Nord). La differenza e’ salita ora a 20 punti.